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al testo di Domenico Pelini
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nella tunica delle tue lamine è favola di geli narrati ascoltando il sussurro dei rami
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tempo fatto foglia, per non sfiorire spazio tra i fiordi delle tue vene, un nord di semi in assenza di stami
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ti pieghi, come carta carbone divieni terra, stesso colore, l‘ inverno riprende a raccontare il ricordo dei boschi nel buio in processione
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sopra la terra una coltre marrone, nei giorni degli sguardi di tramontana, un mantello di squame scagliate tra gli alberi dal mare
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paziente come la luce sai aspettare per riapparire corolla del tempo chinato sui tuoi petali da non dire
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celato il tuo ventaglio alla fretta del vento, riappari morendo trovando il principio dove si stende la fine.
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